Così fan tutte

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Febbraio 2025
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Durata approssimativa: 3 ore e 10 minuti, 1 intervallo (20 minuti) 

Lingua: In italiano, sovratitoli in ceco e inglese

 

La trama

 

Atto primo

In una bottega di caffè a Napoli siedono i due ufficiali dell'esercito Ferrando e Guglielmo, che vantano la fedeltà delle loro fidanzate, rispettivamente Dorabella e Fiordiligi, sorelle. Con loro vi è l'amico Don Alfonso, scapolo, il quale, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, li contraddice affermando l'inesistenza della fedeltà femminile (dicendo che essa è come l'araba fenice, in quanto tutti dicono che esista ma nessuno sa dove sia) e sostenendo che le due innamorate, se solo si presentasse loro l'occasione, dimenticherebbero subito i loro fidanzati e passerebbero a nuovi amori. A seguito di questa dichiarazione, i due intendono sfidarlo a duello per difendere l'onore delle future spose. Don Alfonso, invece, lancia loro una scommessa dell'ingente valore di cento zecchini per provare ai due amici che le loro fidanzate non son diverse dalle altre donne (da cui il titolo): così, per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno attenersi agli ordini di Don Alfonso.

 

Intanto, nel giardino della loro casa sul Golfo di Napoli, Fiordiligi e Dorabella contemplano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi iniziano a preoccuparsi perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a far loro visita, come fanno di solito tutti i giorni. Ad arrivare è invece Don Alfonso, che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all'istante. Sopraggiungono Ferrando e Guglielmo, che fingono anche loro di dover partire. La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile ed esorta Fiordiligi e Dorabella a "far all'amor come assassine": i fidanzati al fronte faranno altrettanto. Don Alfonso cerca l'aiuto di Despina, promettendole venti scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti. Questi ultimi non sono altro che gli stessi Ferrando e Guglielmo, che si ripresentano al loro cospetto ma travestiti da ufficiali albanesi. Le padrone irrompono furenti per la presenza degli sconosciuti, e i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle due sorelle. Don Alfonso presenta gli ufficiali come suoi cari amici. Alle loro rinnovate e caricaturali profferte d'amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Fiordiligi e Dorabella si ritirano. Don Alfonso si allontana con gli albanesi, che poco lontano fingono di bere dell'arsenico (in realtà bevono dell'acqua) volendosi suicidare per il dolore. Don Alfonso finge di andare in cerca di un medico e lascia i due uomini agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle, che iniziano a provare compassione. Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne. Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati, i quali si comportano in modo molto passionale. Quando i due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si indignano e rifiutano.

 

Atto secondo

Nella loro camera Fiordiligi e Dorabella vengono convinte da Despina a "divertirsi un poco, e non morire dalla malinconia", senza mancare di fede agli amanti, s'intende. Giocheranno, nessuno saprà niente, la gente penserà che gli albanesi che girano per casa siano spasimanti della cameriera. Resta solo da scegliere: Dorabella, che decide per prima, vuole Guglielmo, e Fiordiligi apprezza il fatto che le spetti il biondo Ferrando.

Nel giardino sul mare i due albanesi hanno organizzato una serenata alle dame, con i suonatori e i cantanti che arrivano in barca. Don Alfonso e Despina incoraggiano gli amanti e le donne a parlarsi e li lasciano soli. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla. Fiordiligi è sconvolta perché sta capendo che il gioco si è mutato in realtà. Quando Ferrando si accomiata, ella ha un attimo di debolezza e vorrebbe richiamarlo, poi rivolge il pensiero al promesso sposo Guglielmo e si proclama a lui fedele. Questi è impacciato nel comunicare a Ferrando che Dorabella ha ceduto facilmente, ma, commentando l'infedeltà di Dorabella, è felice del fatto che Fiordiligi si sia dimostrata "la modestia in carne".

 

In casa, Dorabella esorta Fiordiligi a divertirsi. Fiordiligi decide di travestirsi da ufficiale e raggiungere il promesso sposo sul campo di battaglia: si fa portare delle vesti maschili, si guarda allo specchio e si rende conto che cambiare abito significa perdere la propria identità; immagina di trovarsi già sul posto e di essere riconosciuta da Guglielmo, ma Ferrando la interrompe, e chiede la sua mano, rivolgendosi a lei con parole che probabilmente Guglielmo non le ha mai detto. Guglielmo ha assistito al dialogo, è furente, e anche Ferrando prova odio per la sua ex fidanzata, ma Don Alfonso, che è riuscito a dimostrare quanto voleva, li esorta a finire la commedia con doppie nozze: una donna vale l'altra, meglio tenersi queste due "cornacchie spennacchiate". Don Alfonso chiarisce, inoltre, di non voler accusare le donne, anzi le scusa, dicendo che è colpa della natura umana se "così fan tutte".

 

Nella sala illuminata, con la tavola imbandita per gli sposi, Despina organizza i preparativi e il coro di servi e suonatori inneggia alle nuove coppie. Al momento del brindisi, Fiordiligi, Dorabella e Ferrando intonano un canone su un tema affettuoso, da musica da camera, mentre Guglielmo si mostra incapace di unirsi a loro e commenta: "Ah, bevessero del tossico / queste volpi senza onor!". Il notaio, che è ancora Despina travestita, fa firmare il finto contratto nuziale e, in quel momento, si ode un coro interno che intona "Bella vita militar!". Le sorelle rimangono impietrite: sono i due fidanzati che tornano. Nascosti gli albanesi in una stanza, le due donne si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo che, continuando la finzione, fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto. Don Alfonso si giustifica: ha agito a fin di bene, per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si ricompongono come in origine e tutti cantano la morale: "Fortunato l'uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa".

Programma e cast

Direttore: Maroš Potokár

Fiordiligi: Barbora Perna

Dorabella: Arnheiður Eiríksdóttir

Guglielmo: Lukáš Bařák

Ferrando: Juraj Holly

Despina: Yukiko Kinjo

Don Alfonso: Jiří Hájek

Suonano l'hammerklavier: Lucie Pirochová; Martin Levický

 

Squadra creativa

Regista teatrale - Tatjana Gürbaca

Scene e costumi - Ingrid Erb

Progettazione della luce - Stefan Bolliger

Maestro del coro - Lukáš Kozubík

Teatro degli Stati di Praga

Il Teatro degli Stati di Praga (in ceco, Stavovské Divadlo) è uno storico teatro d'Opera boemo in stile rococò, tra i più antichi e famosi di tutta l'Europa. Il nome richiama gli "Stati" che costituivano la Corona di Boemia. Venne inaugurato nel 1783 con la rappresentazione del dramma Emilia Galotti di Lessing e in esso si tennero le prime di due celeberrime opere di Mozart: il Don Giovanni il 29 ottobre 1787 e La clemenza di Tito il 6 settembre 1791.

 

La prima moderna opera ceca, di František Škroup venne messa in scena nel 1826 e nel 1834 la prima esecuzione della Fidlovačka di Josef Kajetán Tyl, comprendente il brano Kde domov můj (Dov'è la mia casap), eseguito da basso Karel Strakatý, che sarebbe poi diventato l'inno nazionale ceco.

 

Unito nel 1948 al nuovo Teatro Nazionale, consta di tre complessi artistici - opera, balletto e teatro - che alternano vicendevolmente le loro esibizioni negli altri teatri storici di Praga. Tutte e tre le ensemble selezionano il loro repertorionon solo fra il ricco patrimonio classico, ma prestano attenzione anche sulla produzione artistica moderna.

 

In auto al Teatro Nazionale di parcheggio


Per il centro (OldTown), approccio su Masarykovo nábřeží (Masaryk terrapieno) nella direzione dalla Casa Danzante, al bivio di fronte al Teatro Nazionale di girare a destra per via Divadelní e poi ancora a destra per via Ostrovní al Teatro Nazionale di parcheggio . Il parcheggio costa 50 CZK / h.
Da lì, a piedi del Teatro degli lungo via Národní, quindi 28. října strada, svoltare a sinistra sulla via Na Můstku e destra per strada Rytířská.


Altri vicini parcheggi sicuri:


Kotva magazzino (Revoluční 1/655, Praga 1), poi a piedi lungo via Králodvorská a Ovocný trh.
Palladium grande magazzino (Na Poříčí 1079/3a, Praga 1), poi a piedi lungo via Králodvorská a Ovocný TRH, o della Porta delle Polveri attraverso la strada Celetná a Ovocný trh.


Con il tram


Con i tram diurni Nos 6, 9, 18 e 22 o tram notturni Nos 53, 57, 58 e 59 fino alla fermata "Národní třída", poi a piedi lungo la via Národní, quindi 28. října strada, svoltare a sinistra per via Na Můstku e destra per strada Rytířská.

Con i tram diurni numeri 5, 8, 14 e 26 o tram notturni Nos 51, 54 e 56 fino alla fermata "Namesti Republiky", poi a piedi in giro per la Casa Municipale della Porta delle Polveri, sulla strada Celetná per Ovocný trh.


Con i tram diurni numeri 3, 9, 14, 24 o tram notturni Nos 52, 54, 55, 56 e 58 fino alla fermata "Jindřišská", poi a piedi lungo Nekázanka / Panská strade, girare a sinistra per Na Příkopě strada e poi a destra per via Havířská (da Na Příkopě strada si può anche camminare attraverso la galleria Myslbek).


In metro


Per la stazione "Můstek", le linee A e B (verde e giallo), poi a piedi per via Na Můstku e destra per strada Rytířská.

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